Il Canto XXXIII del Paradiso
Violetta Chiarini legge il Canto XXXIII del Paradiso, versi 1-75, nell’ambito del ciclo di letture «Intorno a Dante», a cura del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (Cendic).
Violetta Chiarini legge il Canto XXXIII del Paradiso, versi 1-75, nell’ambito del ciclo di letture «Intorno a Dante», a cura del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (Cendic).
Violetta Chiarini legge Vita Nova, capitolo II, nell’ambito del ciclo di letture «Intorno a Dante», a cura del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (Cendic).
Rivisitazione del ’900 europeo attraverso una riproposta storico-interpretativa del teatro musicale classico-leggero del secolo, coniugando grandi scrittori e grandi musicisti che hanno segnato l’epoca d’oro della cultura dell’Europa (fine ’800 — fine anni ’20):
Con il sostegno e la collaborazione della «Rete Artisti Spettacolo per l’Innovazione», Violetta Chiarini presenta il video «In punta di piedi verso l’aurora»: un monologo intenso, crudo nel suo estremo contatto con l’attualità — la pandemia, gli affetti strappati, le carezze mancate...
Maricla Boggio — drammaturga, saggista, critica teatrale:
Violetta Chiarini, ricca di suggestioni vitali, capace di superare la difficoltà del tema scelto facendolo diventare elemento di poesia. Il dialogo con la bambina nipote consente toni di delicata partecipazione, reinventando la morte fino a farla diventare possibilità di dimensione filosofica, in cui l’individuo si fonde in una visione generale dell’universo. Nello sviluppo del racconto, della nonna che nel letto di ospedale si vede proiettata fuori di sé in una esistenza che supera l’umano, si intrecciano la tragica visione del funerale privato dei suoi rituali, con i teneri ricordi legati alla propria giovinezza, alla bambina, alla sua intensa volontà di vita. Un augurio di continuare a far prevalere l’ottimismo e la poesia nonostante le attuali condizioni del mondo.
Giuseppe Manfridi — drammaturgo, scrittore, saggista:
Struggente assolo, con l’interprete che ti staglia luminosa in una chiazza di buio, come se anche questo cromatismo essenziale fosse materia interna al testo, sgranato in una melodia magica e dolente. Meravigliosi gli endecasillabi messi a contrappunto di questa elegia inesausta, che non conosce soste, ma solo modulazioni di fiato in fiato: «Mentre fuori la primavera canta», «Vedo qualcuno sul letto laggiù», «Lasciami volare verso la luce […] per il grande arrivo del mondo nuovo», sino al finale, amplissimo, ascensionale «Col suo rosso tripudio dell’aurora». E questa sillabazione, in cui è scandito dapprima l’annuncio della malattia, poi la progressiva separazione e infine un addio trascendentale, non potrebbe essere intonata in altro modo che così, attraverso la voce di Violetta Chiarini, irradiata dal suo volto. Un brano bellissimo.
Roberto Milana — saggista, critico letterario:
È bello il testo di Violetta Chiarini sulla pandemia colta nel distacco atroce, ma denso di comunicazione morale, di una nonna dalla nipotina. Eleva umanamente attraverso un linguaggio addirittura argomentativo, questa cronaca ancora più tragica perché modernamente impensata. Un grido di ribellione all’anonimato della morte, forse l’ultimo atto emblematico dell’anonimato delle vite coatte nei social affollati. Un passaggio di esperienza critica che solo può salvarci.
Chiara Rossi — scrittrice, drammaturga, saggista:
Violetta mi ha fatto piangere per l’emozione. La sua voce, i suoi occhi, la sua capacità scenica-sensibile di portarmi con sé, fino a fluttuare verso l’aurora. Il suo corpo dà forma alla parola, ogni suo gesto e respiro pur impercettibile sulla scena plasma la sua intensa drammaturgia. Magnifico monologo. Dolcissimo. Tenero. Tremendo. Parole fatte di luce. È ciò che mi affiora come primo commento. Luce. Luce, in cui un pulviscolo iridescente rende l’atmosfera rarefatta, leggera, lieve. Un passaggio (più che un trapasso) che fa riflettere, molto. Moltissimo. La creatività del resto, ne sono convinta, non serve per rispondere, ma per domandare. Violetta Chiarini, una donna stupenda e un’attrice poliedrica straordinaria, un talento che si coglie immediato. Autrice anche: potente, forte e delicata insieme.
Radiocorriere TV (anno LXX n° 2 — «Le due facce di Violetta Chiarini»):
[...] Un personaggio che il pubblico ha già imparato a conoscere: Caterina, voce del buon senso comune…riesce a esprimere l’innata saggezza presente in tutti noi. Caterina è il secondo alter ego teatrale della Chiarini…serva di scena e balia asciutta… che parla una lingua reinventata, ma perfettamente comprensibile [...] vivace e divertente che si può paragonare all’antico bergamasco storicizzato da Dario Fo nel «Mistero Buffo». Per questo il personaggio ha trovato consensi sia tra il pubblico — che ha apprezzato le capacità umoristiche della Chiarini, anche in situazioni di per sé non comiche — sia presso la critica, che ha messo in evidenza il raffinato lavoro di ricerca linguistica intorno a un carattere popolare. Caterina è una donna che vive le sue avventure quotidiane con un candore disarmante… ma che è anche capace di graffiare con la semplicità di chi non è e non vuol essere omologato.
Florilegio di brani in versi poetici e musica che compendia i momenti più significativi degli spettacoli musicali di Violetta Chiarini.
Il Corriere di Roma: «Un viaggio nella storia dello spettacolo, ma senza la versione “larmoyante” del nòstos, della nostalgia (alla lettera “dolore da ritorno”) e del rimpianto, grazie al cielo»
Gufetto Magazine: «Violetta Chiarini stupisce per memoria, contenuti e interpretazione, puntuale e vibrante, sostenuta sapientemente al pianoforte dal maestro Vannucchi»
Roma 2000 Agenzia: «Un eccezionale successo, consacrato da ben sei richieste di bis da parte del numeroso pubblico»
La città metropolitana: «Violetta sa dare la sua impronta a mitiche canzoni del passato e dalla fusione di due distinti generi artistici, canto e teatro, giunge ad una propria originale ed applauditissima interpretazione»
Presentazioni nel Ridotto e nell’Archivio Armando Pizzinato: «Florilegio poetico-musicale…»